Le istituzioni dell’Unione Europea si dividono, c’è chi sostiene la necessità del riarmo, chi della difesa, senza peraltro spiegare la differenza pratica tra un concetto e l’altro. La guerra in Ucraina ha subito una brusca sterzata con l’interventismo del presidente americano. A Gaza tornano le bombe e sono ostacolati i convogli umanitari, mentre anche in Cisgiordania la voce della violenza prevale. La guerra dei dazi scatenata da Trump semina il panico nel Vecchio Continente e altrove.
I partiti si dividono, anche al loro interno, chi ritiene
giusta la difesa europea viene tacciato di guerrafondismo al servizio delle
lobby armate, chi la pensa in modo opposto di irresponsabile pacifismo
filoputiniano. I movimenti per la pace cercano faticosamente di ritornare in azione.
Le loro istanze sono bene argomentate, ma la partecipazione richiama tanti
reduci da lotte nonviolente, datate come minimo dai tempi del Vietnam.
Ma c’è qualcosa che induce alla speranza in tempi così
delicati?
Sì, ci sono i giovani che in Serbia stanno manifestando da
mesi contro il regime imposto dal presidente Vučič. Se ne parla molto poco, soprattutto in Italia e già questo
fatto è misura di un’incisività che suscita timori di emulazione. Sono studenti
universitari e delle scuole superiori che sono scesi in strada all’indomani di
una delle più assurde tragedie che hanno colpito la nazione, il crollo
dell’appena costruita pensilina della stazione di Novi Sad. Il disastro,
accaduto il primo novembre 2024, ha provocato la morte di 15 persone e il
ferimento di decine. Le imbarazzate spiegazioni governative non hanno convinto
i giovani che da quel giorno hanno rinunciato perfino al diritto allo studio,
per poter gridare al mondo la loro indignazione. Hanno ritenuto l’evento un
vero e proprio omicidio, compiuto dai politici che hanno accettato la logica
della corruzione e dell’incompetenza. A loro si sono aggiunti gli operai e i
contadini, la contestazione è dilagata. Ha portato alle dimissioni di due
ministri e sta mettendo in grande difficoltà il presidente. Ci si attendono
ulteriori sviluppi, a Belgrado, Novi Sad e altrove si vedono le manifestazioni
più imponenti dal tempo dell’indipendenza della Serbia in qua.
E ci sono anche i manifestanti in Grecia che stanno
svegliando una sonnolenta Atene. Anch’essi si riferiscono a una catastrofe,
l’incidente ferroviario che nel 2023 ha portato alla morte ben 57 persone.
Anch’essi non hanno voluto bere le versioni ufficiali e occupando i gangli
vitali della capitale greca stanno mettendo in forte crisi il governo. Anche in
questo caso i protagonisti sono i giovani, pieni di slancio e di entusiasmo.
E’ giusto ricordare questi moderni combattenti per la libertà. E’ vero, possono essere preda di appetiti partitici o diventare carne da macello al soldo di altri potenti che cercano di approfittarsene. Occorre tutelare la loro creatività, sostenendoli nel trasformare il malcontento in proposte e progetti autenticamente politici. Ma è necessario anche imparare dalla loro voglia di vivere e di essere protagonisti del cambiamento di una società consumista, classista, corrotta che essi vogliono nel profondo cambiare. (articolo pubblicato su Novi Matajur)
Senza dimenticare il vento di protesta e la forte richiesta di libertà e autentica democrazia che da molto tempo sta scuotendo la società civile in Turchia, animata anche lì da tanti giovani studenti entusiasti: spero che questo desiderio di rinnovamento e partecipazione attiva alla vita democratica arrivi a lambire anche il nostro Paese, sconvolgendo la morta gora della politica dei partiti di governo e, ahinoi, anche d'opposizione - con rare eccezioni - in cui stiamo affogando, ce n'è davvero bisogno.
RispondiEliminaAnna V.
Grazie del suggerimento. All'aggiunta aggiungo un'altra aggiunta: i moti in Macedonia, scaturiti dall'incendio di una discoteca che ha provocato la morte di 59 giovani e dalla mancanza di luoghi di soccorso, al punto che molti dei 155 feriti sono stati curati in ospedali fuori dallo Stato. Queste proteste ci invitano a pensare quanto la corruzione e il malgoverno siano in grado di uccidere, ovunque.
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