venerdì 1 settembre 2023

Presidente Mattarella, vada a Rab/Arbe l'8 settembre!

 

L'8 settembre 1943, giorno dell'armistizio, il campo di concentramento di Rab (Arbe) è stato liberato e passato temporaneamente sotto la custodia dell'esercito di liberazione jugoslavo.

Ciò che è accaduto negli anni precedenti getta un'ombra di vergogna sull'Italia, che ha direttamente realizzato e riempito il lager. Vi sono stati rinchiuse migliaia e migliaia di persone - donne, uomini e anche tanti bambini - soprattutto sloveni e croati costretti a ogni sorta di umiliazione. Insieme alle pagine nere scritte nei simili campi di concentramento a Gonars, Visco, Zdravščina, alle fucilazioni sommarie, all'incendio di interi paesi, a Ljubljana chiusa da un recinto invalicabile, la sofferenza e la morte di tanti internati a Rab, provocate dalle torture, dalla fame e dagli stenti, attendono ancora almeno un riconoscimento ufficiale delle responsabilità e una richiesta formale di scuse.

La presidente della Repubblica della Slovenia Nataša Pirc Musar, nel corso della sua recente visita a Roma, ha invitato il presidente Sergio Mattarella a partecipare, insieme a lei e al collega presidente della Croazia Zoran Milanovic, alle celebrazioni che si terranno l'8 settembre per ricordare gli 80 anni dalla chiusura del campo di Rab/Arbe.

Sembra che motivi diplomatici, legati all'attuale corso della politica italiana, abbiano suggerito a Mattarella di declinare l'invito. E' un vero peccato, che tra l'altro ridimensiona la famosa "mano nella mano" dello stesso Mattarella con l'ex presidente Pahor davanti ai monumenti di Basovizza. Si va solo là dove sembra possibile stabilire una specie di "par condicio" dell'orrore? Non è possibile affrontare ogni avvenimento in quanto tale, senza dover necessariamente appellarsi alle tragedie provocate dalla controparte? Non si può semplicemente partecipare alla commemorazione, respingere l'equazione italiano = fascista, dichiarando orribile e inaccettabile ciò che è accaduto, la deportazione, l'internamento, il dolore, la morte di molti innocenti, colpevoli solo di vivere in città e paesi occupati proditoriamente dall'Italia di Mussolini?

Ci sono molti libri, scritti da valenti storici, per conoscere e comprendere ciò che è accaduto a Rab, a causa degli italiani, tra il 1941 e il 1943. Ma la testimonianza forse più impressionante è quella dei bambini. I loro disegni sono stati raccolti e presentati in una mostra che ha già fatto il giro dell'intera Italia, intitolata "Quando morì mio padre". E' il racconto di quei terribili eventi offerto attraverso gli occhi e la penna dei più piccoli, giovanissimi internati, stremati dalla fame e dal terrore, costretti a vedere quotidianamente la consunzione dei corpi e la morte per fame.

Presidente Mattarella, con tutto il rispetto e con grande stima, ci ripensi e vada a Rab/Arbe, l'8 settembre 2023. Per altre commemorazioni ci sarà sempre il tempo per discutere e per decidere, ma ci rappresenti tutti in questo anniversario "tondo", è troppo importante per lasciarlo offuscare dalla scusa sempre in agguato delle convenienze politiche.

1 commento:

  1. Questa è una brutta pagina della nostra storia, sono pienamente d'accordo con te, caro Andrea.
    1854 criminali di guerra italiani, richiesti dal governo iugoslavo, non furono mai consegnati, anzi furono liberati dalle carceri, per l'amnistia voluta dal compagno Togliatti, Ministro degli Interni. Ed è calato un vergognoso silenzio su tutti i crimini italiani perpetrati in Slovenia, Istria, Dalmazia ecc., silenzio che tuttora persiste.

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