domenica 29 giugno 2025

Pater Bogdan Knavs, 25 let duhovnik. La celebrazione a Sveta Gora.

 

Oggi a Sveta Gora c'è stata una grande festa. Si sono ricordati i 25 anni dall'ordinazione sacerdotale di pater Bogdan Knavs, rettore del Santuario che sovrasta le Gorizia. La Messa, particolarmente emozionante, cantata dal coro parrocchiale di Miren, è stata molto partecipata da persone provenienti da ogni parte della Slovenia, che hanno voluto testimoniare il loro affetto e la loro gratitudine nei confronti di un uomo che sta donando la propria vita per diffondere intorno a sé fede, luce, pace e vita. La bella omelia è stata dettata da pater Pavel, del Convento Francescano della piazza Prešeren di Ljubljana. Ha evidenziato come con le capacità che gli sono proprie Bogdan avrebbe potuto essere un elettricista, un allenatore sportivo, un cardiochirurgo. Ha invece deciso di essere francescano e sacerdote, essendo in questo modo nello stesso tempo portatore di luce come un elettricista, educatore e formatore delle coscienze come un allenatore dello Spirito e curando le ferite dell'anima, fasciando il cuore di chi soffre. Anche lo stesso pater Knavs ha voluto offrire al termine della liturgia una sua parola di lode e di ringraziamento, a Maria di Monte Santo, ai suoi genitori, ai confratelli, agli amici e ai compagni i viaggio e di avventura nella vita. Il pomeriggio di preghiera si è prolungato nella condivisione della mensa, con tutti coloro che sono saliti sul monte per partecipare alla liturgia. La commozione di momenti di rito si è trasformata nell'allegria dello stare insieme, stringendo mani e conoscendosi al di là della differenza di lingue, storie e culture esistenziali.

Ho conosciuto Bogdan ad Ajdovščina, il 15 settembre 2019, nel corso dell'annuale celebrazione dell'annessione della regione Primorska alla madre patria slovena. C'era tanta gente e l'intero rito, con i canti, le parole delle autorità, il discorso dell'allora presidente del Consiglio della Repubblica di Slovenija Miro Cerar, era stato estremamente coinvolgente. Mi viene fatto notare che la persona che sta camminando a pochi passi da me è un sacerdote, il rettore del santuario di Sveta Gora. un po' incredulo, mi avvicino e leggo la scritta stampata sul retro della sua maglietta rossa (quella che si vede nella foto accanto) che, in italiano, si potrebbe tradurre così: "Grazie a voi abbiamo difeso la lingua slovena e la nostra Primorska. Grazie a voi, cari partigiani." Seppi parecchio tempo dopo che quelle parole e l'idea di proporre a tanti quella maglietta era stata proprio sua! Con un po' di trepidazione ho chiesto se fosse vero quello che mi era stato detto di lui. Si voltò verso di me, con un sorriso intelligente, simpatico e accogliente. Confermò e ci fu solo il tempo per scambiarsi un abbraccio e un saluto. Rimasi molto colpito, a parte don Alberto De Nadai nel Goriziano e i preti della Lettera di Natale nel Friuli Venezia Giulia, da molti anni non incontravo preti in contesti diversi da quello liturgico, catechistico o pastorale. Mi portai dentro uno splendido ricordo e una domanda sulla possibilità di rivedersi ancora. A quei tempi, sindaco di Aiello piuttosto lontano dalle "cose della Chiesa", mi avrebbe fatto davvero piacere conoscere un prete votato all'incontro con gli altri, fuori dal tempio, come avrebbe detto Pierluigi Di Piazza.

L'occasione arrivò, quando meno me lo sarei aspettato. Si era all'inizio di settembre del 2021. Erano gli ultimi strascichi del tempo delle mascherine e distanziamenti. Era appena finita la festa della città di Nova Gorica, presso il Teatro Nazionale. Mi vide da lontano e il suo immediato "Ciao Andrea" mi colpì molto. Mi aveva visto per non più di un minuto due anni prima e tanto gli era bastato per ricordarsi il mio nome. Da lì inizio una lunga serie di incontri e di colloqui. A livello personale, ho trovato in lui un vero fratello, una persona con la quale aprirmi senza alcuna paura, condividendo pensieri, azioni, come pure dubbi e ricerche interiori. In breve tempo ci si è reciprocamente confrontati e confortati. abbiamo anche iniziato a collaborare, fino a costruire insieme quel bellissimo progetto che è l'Iter Goritiense, il cammino da Aquileia a Monte Santo. Da lui non ho mai sentito una parola di giudizio, sempre invece la profonda valorizzazione di scelte e decisioni forse non del tutto in linea con il pensiero ufficiale della Chiesa. Grazie al suo incoraggiamento, ho ritrovato molti dei sentieri abbandonati da diversi anni, ricomprendendo le scelte e i cambiamenti esistenziali non come un tradimento, ma ala contrario come una grande conferma delle intuizioni originarie: vivere nella dimensione trascendente per amare con tutte le forze possibili ogni persona che vive sula faccia della terra. Grazie caro Bogdan, per ciò che mi hai donato, soprattutto la consapevolezza della verità più profonda della vita cristiana: tutto vince l'Amore.

A livello più ufficiale, ho trovato in pater Knavs un prete profondamente radicato nella tradizione cattolica. Innamorato del Vangelo di Gesù di Nazareth, molto devoto alla Madre Maria, anche nei momenti di difficoltà trasmette una tal gioia di essere cristiano, francescano e prete, da contagiare con il sorriso chiunque abbia la fortuna di incontrarlo. Vero sacerdote di Cristo, è anche un testimone di una ricchissima umanità. Per questo non è uno che si possa rinchiudere in una cella e nemmeno in un Santuario, per quanto importante e frequentato come quello che incombe sulla media valle della Soča. Bogdan incontra l'essere umano nella sua dimensione ordinaria e straordinaria. Ha una speciale missione che è quella di andare a cercare e a comunicare l'amore di Dio a coloro che sono più lontani dalla frequenza alla messa o dalla partecipazione alla vita delle parrocchie. Maestro nell'indicazione delle strade di Dio, in particolare quelle più complesse e alternative, ha trovato nel mondo dei partigiani un campo fecondo. Pieno di gratitudine per coloro che hanno rischiato e spesso perso la vita per liberare l'umanità dalle dittature, pater Knavs ricorda come il loro sacrificio, oltre a contribuire alla cancellazione del mostro nazifascista, ha anche permesso di salvare la lingua, la cultura e la stessa coscienza di essere popolo del mondo sloveno. Viene chiamato ovunque e ovunque con la sua semplicità, con il suo sorriso, con il sommesso invito a condividere la preghiera del Padre Nostro, ha aperto spazi che fino a pochi anni fa sarebbero stati impensati. E' l'immagine concreta di una comunità "in uscita", tanto cara a papa Francesco, una Chiesa nella quale la predicazione delle "verità" non soffoca in alcun modo la verità suprema delle relazioni, l'importanza eccezionale dell'incontro con l'altro. Un po' come è stato il Maestro, Gesù: non gran frequentatore di sinagoghe o del tempio, ma annunciatore della "buona notizia", della liberazione dei poveri e dei prigionieri da ogni possibile schiavitù.

Grazie dragi Bogdan, najlepša hvala za vse, ker si krasen človek in čudovit Božji duhovnik!

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