venerdì 1 settembre 2017
Ancora una volta, sullo Jof di Montasio...
Jof di Montasio, 2753 metri. La seconda cima delle Alpi Giulie - dopo il Triglav - presenta tre ampie pareti, una più bella dell'altra, mentre verso est la sua cresta si protende verso il vicino gruppo dello Jof Fuart. La parete ovest è talmente impressionante da essere stata paragonata da Julius Kugy al Cervino, quella Nord è un enorme muraglione, limitato dalla Cresta del Drago, che chiude la dolce Val Saisera, il versante Sud è più dolce, la cuspide rocciosa emerge per circa 500 metri sopra gli ampi prati sovrastanti l'altipiano del Montasio. L'accesso alla vetta è riservato ad alpinisti ed escursionisti dotati di esperienza e allenamento. Tralasciando gli itinerari di pura roccia, da Nord è possibile salire attraverso la Via Amalia o dei Cacciatori Italiani, aiutati da qualche attrezzatura in un ambiente solenne, solitario e grandioso, da Ovest la via di Dogna è una delle più affascinanti ascensioni dell'arco alpino, ma richiede competenze alpinistiche possedute da pochi. Ordinariamente si sale da Sud e dopo la facile salita su sentiero dalle malghe e dal Rifugio Brazzà, le vie di accesso sono sostanzialmente due. La splendida Cengia che conduce fino all'aereo Bivacco Suringar (oltre 2400 metri), ardito sentiero naturale sospeso su una abisso di oltre mille metri, seguita dalla salita diretta fino alla cresta lungo la Via Findenegg o dei primi salitori: diversi salti di roccia (fino al II grado) da superare con creatività e coraggio, infine una breve passeggiata sospesi tra cielo e terra fino alla vetta. Oppure la scala Pipan, un divertente susseguirsi di pioli di acciaio collegati da corde di ferro che permette di superare un difficile salto di circa cento metri di roccia, per raggiungere la cresta, questa volta molto più lunga ed arrivare alla croce sulla cima. sono itinerari da evitare in caso di pioggia e soprattutto di temporali. Accompagnano la salita decine di stambecchi e di camosci, guardano con sospetto gli umani intrusi, ma se non li si disturba tutto sommato non oltrepassano il livello della curiosità o il sottile orgoglio nel saltellare sull'impossibile suscitando cori di sorpresa e ammirazione. Con il bel tempo, il panorama è meraviglioso, riempie il cuore e la mente e rende più gioiosa la vita. Ogni scalatore può provare l'emozione di Tenzing e Hillary nel posare il piede sulla vetta dell'Everest e dire con loro, pieno di stupore e ammirazione, "sopra di noi soltanto il cielo". Buon cammino!
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