domenica 7 settembre 2025

Appunti materani

 

Matera è una bellissima città. 

I suoi famosi "Sassi" sono una testimonianza impressionante della vita di persone economicamente molto povere, ma umanamente piene di ingegno e di percezione della bellezza. Fino alla metà del XX secolo nelle abitazioni scavate nella roccia abitavano migliaia di famiglie. Con un complesso sistema di scavo, garantivano il minimo indispensabile alla sopravvivenza, escogitando sistemi di raccolta delle acque particolarmente efficaci, sia per prevenire danni nel periodo più piovoso che per conservarle per i lunghi tempi di siccità. Attraverso elaborati filtri, le acque venivano usate per bere e per tutti gli usi necessari. Insomma, vite ai limiti delle possibilità, mondi emarginati dai grandi giri delle varie società del benessere, ma talmente carichi di umanità da aver convinto Pier Paolo Pasolini a girare proprio qua il suo meraviglioso Vangelo secondo Matteo. Ha investito tutta la sua creatività, coinvolgendo gli (straordinari) attori non professionisti provenienti proprio dai Sassi. Ci provò parecchi anni dopo anche Mel Gibson, con la sua "Passione", con risultati molto meno convincenti. A Matera attendono il suo ritorno per la continuazione del cruento ma non certo appassionante colossal.

Negli anni tra il 1952 e il 1968 le condizioni di igiene sono risultate essere sempre più precarie, in rapporto ai mutati standard dell'epoca. Le rudimentali case nella roccia sono state evacuate. Le persone sono state ricollocate in case popolari, con maggiori confort, ma anche senza la capacità o possibilità di mantenere il tessuto di relazioni che si erano intrecciate nel corso di diversi secoli di convivenza. Nella seconda metà dell'800, ai materani si erano aggiunti migliaia di sfollati provenienti dal vicino paese di Montemurro, devastato da un rovinoso terremoto. Si era creata una sorta di interculturalità sui generis e sicuramente i poveri erano stati capaci di accogliere dignitosamente coloro che erano ancora più poveri di loro.

Tra il '68 e il 1990 la zona si è andata rapidamente degradando. La mancanza di manutenzione degli scarichi delle acque piovane ha portato gravi danni, non ultime piccole e grandi frane che hanno reso infido il terreno. A quell'epoca Matera non interessava a quasi nessuno, nonostante la straordinaria bellezza delle chiese rupestri, delle opere d'arte, della cappelle scavate nella roccia, a testimonianza di una presenza assai intensa di una fede popolare, legata in superficie al cristianesimo, ma con caratteristiche che affondano nella notte dei tempi dell'umana spiritualità. Nelle grotte adattate sotto la cima delle Murge Materane, dalle quali si gode un panorama incredibile, si possono ancora vedere i resti di affreschi antichissimi, datati all'epoca del paleocristianesimo, tra il IV e il VI secolo. 

La rivalutazione del territorio ha prodotto risultati superiori a qualsiasi immaginazione. I Sassi di Matera sono diventati in breve tempo un'attrazione turistica di primo livello. Le strade sono state ripristinate, le case rafforzate e trasformate in piccoli musei, le chiese centri di visita di interi complessi rupestri. Tanto si è fatto che Matera è stata nominata Capitale europea della Cultura 2019. Se ne è parlato in tutto il mondo e la città è diventata meta obbligata di ogni viaggio nel Sud dell'Italia. Dopo una breve pausa dovuta al covid, i turisti hanno ripreso a invadere le strette scalinate e ad affollare le piazze, soprattutto in estate, ma anche d'inverno. Le necessità del turismo globale hanno preso il sopravvento e chi viene oggi nella città dei Sassi entra nella dimensione del cosiddetto overturism. Le case private sono state trasformate in bed and breakfast, sono stati aperti locali di ristorazione e ospitalità ovunque, sono rimaste poche le tracce di un'umanità apparentemente misera ma fortemente solidale. Fuori dall'ambito del turismo, non ci sono molte altre possibilità di impiego e i giovani vanno a studiare al nord e non rientrano più. Nelle campagne vige la regola dello sfruttamento, migliaia di persone provenienti da ogni parte del sud del mondo lavorano tutto il giorno con stipendi letteralmente da fame.

Insomma, la Capitale europea della Cultura 2019 pare aver portato con sé i frutti del capitalismo imperante. Tanta ricchezza si è riversata su un territorio fino a pochi anni prima molto lontano dai "giri" che contano. Ma il superamento della ricerca "di nicchia" di pochi amanti delle profondità culturali e spirituali, rischia di creare una disneyland nella quale accorrono, senza capirci granché, frotte indistinte di ricchi croceristi sbarcati a Bari dalle grandi navi, viaggiatori scesi all'aeroporto e immediatamente raccolti da sontuose corriere.

L'insegnamento che le persone più sensibili richiamano è che la Capitale europea della Cultura non può essere solo una serie ininterrotta di Luci e Suoni. Se al centro non c'è la valorizzazione del tessuto umano costituito dagli abitanti, antichi e nuovi, autoctoni e immigrati della città, tutto si riduce a una giostra acchiappasoldi che imbianca la facciata ma lascia nel disordine tutto ciò che si trova all'interno.

E' l'augurio che da qui rivolgono a Nova Gorica e a Gorizia: "non preoccupatevi dei grandi numeri, presenti o futuri, cercate invece di cogliere l'occasione per percepire in nuovo modo la vostra umanità, il segno stupendo che siete nel donarvi reciprocamente la lingua, la cultura, la storia delle vostre vite". Il sindaco di Nova Gorica Samo Turel, l'altra sera, nel corso della serata di festeggiamenti legati al compleanno della città, ha detto più o meno le stesse parole, sottolineando come un seme è stato gettato e da esso potrà nascere la pianta della convivenza fraterna e costruttiva intorno all'antico confine. Insomma, ascoltando lui e molti altri responsabili della "nostra" capitale culturale, si ha la sensazione di essere sulla buona strada...

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