martedì 27 maggio 2025

Buon compleanno, don Lorenzo Milani (27.05.1923 - 26.06.1967)

 

Avrebbe 102 anni, ma il suo messaggio è ancora tremendamente giovane e attuale.

Don Lorenzo Milani è nato il 27 maggio 1923, è cresciuto in un ambiente culturalmente avvincente, prima di decidere improvvisamente di diventare prete. Tale situazione privilegiata sarà sempre per lui una sfida, sollecitando il desiderio di riuscire a passare "per la cruna dell'ago", cosa che secondo l'insegnamento di Gesù sarebbe quasi impossibile a un ricco. Tuttavia l'ambiente familiare gli è rimasto molto impresso, soprattutto il rapporto con la madre, raccolto in un meraviglioso epistolario nel quale si può scoprire l'anima più profonda e intima del grande sacerdote fiorentino. 

Il suo ministero, improntato fin dall'inizio alla comunicazione del vangelo attraverso l'insegnamento della parola, fin dall'inizio si è caratterizzato per un'originalità e un'intelligenza ancora oggi sorprendenti.

A San Donato a Calenzano ha realizzato una scuola popolare che si è trasformata subito in un centro di Cultura. I giovani hanno lasciato i giochi degli oratori e della case del popolo per ascoltare testimonianze e confrontarsi con i maggiori temi sociali e politici dei primi anni '50. Da quell'esperienza, finita con il trasferimento voluto dall'arcivescovo Florit, influenzato dai maggiorenti della Democrazia Cristiana del mondo fiorentino, nascerà uno splendido libro, "Esperienze Pastorali", ancora oggi straordinariamente attuale. Si potrebbe aggiungere un purtroppo, visto che dalla pubblicazione sono passati 70 anni!

Trasferito a Barbiana, una canonica una chiesa e case sparse sul monte Giovi nel raggio di una quindicina di chilometri, ha superato subito lo sgomento di trovarsi in un apparente nulla. Ha obbedito a un'imposizione assurda, ma ha saputo trasformare il suo esilio in un'occasione straordinaria di rinnovamento e crescita di una delle zone più povere dell'Italia nella seconda metà del Novecento. 

Ha messo in piedi la scuola, 365 giorni all'anno per 24 ore al giorno. C'erano lezioni del priore, incontri con grandi personalità della Cultura, dibattiti su qualsiasi argomento importante, lettura quotidiana dei giornali. Non mancava l'insegnamento del catechismo, secondo un metodo molto efficace, legato alla presentazione storica dei personaggi e alla contestualizzazione delle parole. I bambini camminavano anche quattro ore al giorno per andare a scuola - non c'erano strade ma solo impervi sentieri - molti si fermavano a dormire nella povera canonica, aiutati e sorretti anche da Eda Pelagatti, la brava "perpetua" di Barbiana. La scuola era una semplice stanza, al centro c'era la famosa scritta "I care", "mi interessa, mi sta a cuore, "il contrario del motto fascista me ne frego" - usava ripetere don Lorenzo.

Dalla scuola sono nati due degli scritti più noti, Lettera a una professoressa e l'obbedienza non è più una virtù (ma la più subdola delle tentazioni). Nel primo si è messo in discussione il sistema scolastico italiano, sottolineando come l'incapacità di usare la parola sia lo strumento utilizzato dai potenti per schiavizzare i poveri. Nel secondo, che prende le mosse dal processo subito per vilipendio alle forze armate, si parla dell'eroismo dell'obiezione di coscienza al servizio militare e del coraggio dei disertori che in guerra preferivano morire piuttosto che uccidere dei giovani come loro. Molto interessante è il tema della nonviolenza e la condanna di ogni "guerra giusta", esclusa quella partigiana che ha portato la libertà e la cancellazione del veleno nazifascista.

E' incredibile quanto abbia influito la figura di don Milani nella società, nella chiesa e nella scuola. La sua testimonianza è stata breve, la malattia lo ha colpito nel pieno della sua gioventù e lo ha condotto alla morte a soli 43 anni, il 26 giugno 1967. Ma la sua memoria è più viva che mai. La sua canonica spersa sui monti è diventata meta di pellegrinaggi, recentemente ci sono passati il presidente Mattarella e papa Francesco. Chissà cosa avrebbe pensato don Lorenzo, se qualcuno gli avesse detto che nel luogo in cui era stato inviato per punizione, sarebbe passato perfino il vescovo di Roma, la guida della Chiesa cattolica universale!

Tutto questo e molto altro ricorderemo domani, presso Fondazione Friuli a Udine, alle ore 18, per iniziativa di quella bella associazione che è quella dei Toscani in Friuli. Veramente una bella occasione per ricordare e conoscere meglio il Priore di Barbiana, colui che ha scelto di essere sempre "dalla parte dell'Ultimo".  

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