La dottoressa Maria Chiara Coco è un'amica goriziana che da tanti anni studia, scrive poesie e trasmette a tutti profondi messaggi, pieni di bellezza, di umanità e di verità. La sua laurea - online a causa delle note restrizioni legate alla diffusione del coronavirus - è una tappa importante di un percorso di studi vissuto con grande impegno e non senza difficoltà, anche da parte di alcune istituzioni scolastiche, non sempre abituate a relazionarsi con chi - come scrive lei nel bel blog personale dellapoesiaealtro.it - "ha un cromosoma in più". Molto interessante è l'argomento della tesi sostenuta, uno studio sulla storia di Piramo e Tisbe, una sorta di Giulietta e Romeo dei remoti tempi dell'antichità greca, resa poi celebre dalle Metamorfosi di Ovidio. Un sincero "in bocca al lupo" per il prossimo futuro e un grazie a Maria Chiara che mi autorizza a pubblicare la sua riflessione all'indomani dell'importante risultato raggiunto. ab
Il mio sogno si è avverato finalmente. In vari momenti del
mio percorso scolastico ho temuto che gli ostacoli delle istituzioni avessero
partita vinta e non potessi ottenere un diploma regolare. Con tanta tenacia ho
lottato sostenuta dalla famiglia per trovare una scuola che mi desse questa opportunità.
Accolta con disponibilità da un istituto di Treviso, ecco che il diploma è
arrivato e con grande gioia ho potuto iscrivermi all’Università. I timori
iniziali di incontrare nuovamente pregiudizi sono stati subito fugati dalla
grande apertura mentale e dalla modalità inclusiva con cui ogni studente viene
accolto, che garantisce che ciascuno possa contare sui supporti di cui ha
necessità. Dalle prime lezioni mi sono immersa in un mare infinito di saperi,
un continuo e stimolante arricchimento culturale per la mia mente.
A cose fatte, un ringraziamento è doveroso a tutti i docenti
per la sensibile disponibilità che mi ha permesso di svolgere gli esami con
serenità dando il meglio.
La mia grande passione per il mondo antico mi ha guidato
nella scelta dell’argomento della tesi. Quale migliore spunto se non Ovidio,
con il grande poema Metamorfosi? E tra tutti i miti narrati in esso, mi sono
sentita attratta dalla triste vicenda di Piramo e Tisbe, giovani amanti
sfortunati che ispirarono storie simili, una fra tutte Romeo e Giulietta. La
triste vicenda dei due amanti infelici, attraente per la carica di drammaticità
e romanticismo che la pervade, mi è piaciuta anche perché in essa la morte è
destinata a soccombere ineluttabilmente di fronte alla vita, con la pace
restituita alle due famiglie un tempo nemiche.
L’arte figurativa dedica moltissime opere a questo mito, con
vari mezzi espressivi, rivelando come il racconto di Ovidio abbia sempre
esercitato un profondo interesse in ogni epoca. La commozione che questa
sventurata storia suscita non poteva lasciare indifferenti gli animi sensibili
degli artisti, infatti si trasmette a chi osserva le tante raffigurazioni,
molte delle quali si concentrano sulla scena finale, nella quale si raggiunge
l’apice del pathos, con il suicidio della ragazza sul corpo di
Piramo ormai morto.
La discussione della tesi, a lungo immaginata secondo
tradizione, in una grande aula davanti alla commissione, con alle spalle un
silenzioso gruppo di parenti e amici per festeggiarmi si è svolta invece, causa
l’emergenza sanitaria, on line, dal salotto di casa. I professori virtualmente
presenti sullo schermo, il mio viso in un riquadro piccolo, le voci un po’
modificate, rendevano il tutto surreale, ma genuina era l’emozione di una
cerimonia comunque ufficiale.
La cosa bella, di cui dobbiamo essere grati alla tecnologia,
è stata il poter concludere in questo modo un ciclo di studi e la possibilità
di avere un folto gruppo di persone che hanno potuto collegarsi e seguire in
diretta. Naturalmente il momento più emozionante è stato la proclamazione, in
cui, stando in piedi solennemente, il presidente della commissione mi ha
dichiarato dottore in lettere con 110 e lode.
In questi anni, oltre a lottare per me affinché il mio
diritto allo studio venisse garantito, ho sempre sentito fortemente che la
resilienza era la qualità più necessaria per sostenere una battaglia civile per
il riconoscimento dello stesso diritto che a molti miei compagni di avventura
con disabilità è calpestato. Allora mi sono sentita stimolata a proseguire in
questo percorso che a me ha dato immensa soddisfazione, e allo stesso tempo
poteva aprire la strada ad altri. Debbo ringraziare infinitamente una grande
quantità di persone se a questo traguardo il mio percorso di studio è arrivato,
vera sfida a tanti pregiudizi tuttora purtroppo difficili da domare. In ogni
battaglia sociale e civile si deve saper guardare lontano, oltre gli ostacoli,
conservando il proprio cuore forte senza tentennamenti, possibilmente con una
squadra di persone che condividono il sogno di un cambiamento.
Maria Chiara Coco, dellapoesiaealtro.it
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