Abolizione del debito, stop alla produzione e vendita d'armi, Europa solidale, reddito universale di base, rispetto e difesa della Terra, libera circolazione delle persone, sostegno alle missioni ong nel Mediterraneo...
Si potrebbe continuare ancora molto, quello proposto in questi giorni pasquali non è un generico invito a vivere senza perdere tempo questo momento di restrizioni, bensì un vero e proprio programma politico per un futuro sostenibile del nostro Pianeta.
Chi è l'autore di questo progetto? Lo sanno tutti, è Francesco, il vescovo di Roma, l'unico che riesce a sottrarre almeno per un po' i riflettori agli eserciti di vacui opinionisti, influencer, "esperti" di ogni sorta, politici e politicanti di destra e di sinistra,
Ascoltando il suo messaggio pasquale e leggendo gli scritti di questi giorni, nasce nel cuore un profondo desiderio. La speranza (ultima dea!) è che esista una nuova classe d governanti, libera dai vincoli di quella precedente e attuale, in grado di tradurre le alte parole del Papa in concrete decisioni autenticamente Politiche.
E' possibile che questo accada? E' un programma troppo impegnativo? No, è lo stesso - anche se aggiornato - che aveva entusiasmato milioni di giovani negli anni della contestazione al G8 di Genova del 2001 e della grande manifestazione pacifista contro la guerra in Iraq del 2003. "Un altro mondo è possibile", era il tema che aveva coinvolto le folle, sostenute e aiutate da grandi teorici dell'economia e delle strategie di cooperazione e partenariato internazionale.
La violenta repressione dei moti di Genova, l'attentato alle Twin Tower e la guerra infinita scatenata da Bush avevano soffocato quell'anelito giovanile e avviato due decenni di stagnazione.
Il superamento del coronavirus, drammatica occasione per ri-centrare gli autentici valori e gli equilibri di forza planetari, sarà il momento in cui riprendere quel cammino interrotto, procedendo dai forti, accorati, attuali e solidamente convincenti appelli di papa Francesco?
Qua, o si fa l'Europa o si muore, e senza l'Europa il mondo muore almeno secondo Husserl... Politici, persone... Secondo me ciò che manca è una chiara idea di dove si voglia andare, voglio dire, le ideologie del '900 avevano dei programmi ben precisi, con dibattiti accesi che garantivano anche un fruttuoso pluralismo. Ora possiamo davvero fare l'Europa dicendo semplicemente "stiamo Uniti e vogliamoci bene"?
RispondiEliminaForse invece dovremmo partire dai perché e dalle mille domande che sorgono in questo tempo, domande concrete che richiedono soluzioni precise da tante persone sofferenti in un modo o nell'altro. Sarte o Aristotele? Giustamente lei mi dice la risposta sta nel mezzo. È vero anche che prendendo i due come estremi potremmo delineare un nuovo emiciclo parlamentare è qusto potrebbe essere il volto della politica del futuro. Il punto però, secondo me, resta la concretezza degli obiettivi, penso che il politico, come guida democratica, debba dire chiaro e tondo dove si vuole andare a parare, i vantaggi che comporta e i sacrifici necessari.