giovedì 16 aprile 2020
In memoria di Luis Sepulveda
Luis Sepulveda ci ha lasciato. E' stato uno scrittore straordinario, ci ha lasciato testi belli e ricchi di umanità, per adulti e per ragazzi. Ma è stato anche un uomo resistente, molto giovane è stato accanto a Salvador Allende, travolto dal colpo di stato di Pinochet nel 1973 e due volte rinchiuso nelle prigioni cilene, prima di esser espulso dalla sua Nazione. Tra America del Sud ed Europa, ha trascorso la sua esistenza inviando, con il suo stile appassionante e semplice, messaggi di pace, di ricerca di una simbiosi tra cultura e natura. Sempre partecipe delle lotte per la giustizia sociale, è stato un coerente testimone in questo tormentato tempo. La sua morte, dentro l'ampio contesto della malattia globale, assume quasi un valore simbolico, indicando egli la strada ineludibile della fraternità universale come quella da seguire per uscire in modo positivo e costruttivo da questo lungo e misterioso tempo di riflessione. Già solo il suo ricordo ha consentito un vero e proprio balzo di qualità, nell'oceano di parole che stanno soffocando ogni anelito di libertà e di vita e l'autentica Cultura è improvvisamente entrata nello spazio angusto dei media e dei social. Un uomo da solo può trasformare il mondo, con il suo vivere e con il suo morire. Riposi in pace.
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Un autentico viandante, nel Mondo e nella storia, testimone instancabile delle sofferenze umane. Dato il suo impegno a fianco di Allende, ho pensato di commemorarlo riascoltando la canzone "Salvador" dei Nomadi
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