Certo, la motivazione che potrebbe portare il piatto della bilancia dalla parte del territorio "Goriziano" è la realizzazione, nel cuore del'Europa, di un'efficace collaborazione tra le comunità che vivono da una parte e dall'altra del con-fine.
Etimologicamente, il confine è il luogo in cui si mettono insieme due "fini", ovvero un ambito per natura destinato alla collaborazione nella diversità. La condizione è che non sia "frontiera", ovvero occasione di mettersi "uno di faccia all'altro", in un contrasto che può generare solo divisioni, più o meno violente.
Nova Gorica, Gorizia e le aree che trovano in essa il proprio punto di riferimento - in specie le valli dell'Isonzo e del Vipacco, il Carso goriziano e l'Agro aquileiese - raggiungeranno il loro obiettivo se davvero la Cultura sarà il fondamento della loro azione politica.
Si tratta di creare occasioni importanti per confrontare concezioni della vita e visioni del mondo, prospettive filosofiche e accenti autenticamente spirituali, in un dialogo serrato tra diversità e in un comune desiderio di conoscersi reciprocamente.
Ben vengano quindi gli incontri bilaterali tra sindaci separati (speriamo ancora per pochissimo) dalla rete della Transalpina, ben vengano gli allargamenti di interesse ad altri Comuni, in Slovenia e in Italia, senza dimenticare che tali rapporti dovrebbero anzitutto favorire la costruzione di un permanente e intenso dialogo anzitutto culturale, unico fondamento di ogni strategia politica.
Per questo, valorizzate come un'opportunità le differenze ideologiche e sottomesse le appartenenze partitiche al più alto desiderio di raggiungere insieme la meta, occorre che ovunque, ma soprattutto nella parte italiana dove sembra non essere ancora molto chiara la straordinaria opportunità, si convochino quanto prima i sindaci dei Comuni dell'intero territorio (non solo quelli politicamente "affini"), affinché si facciano promotori di una ampia consultazione di tutto ciò che in esso agisce sotto il nobile concetto di "Cultura".
Sì, perché solo l'unione nella diversità sarà la forza in grado di convincere i decisori sulla scelta di Nova Gorica, "capitale europea della Cultura".
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