domenica 3 maggio 2020
La peste del 168 d.C.
Per interesse storico, si propone una reminiscenza, quella di un'epidemia, anzi di una pandemia diffusa nel II secolo d.C. in tutto l'Impero Romano e oltre i suoi confini. La malattia si diffuse soprattutto a partire dalla primavera del 168, dopo che i militari romani avevano trascorso qualche mese negli accampamenti invernali di Aquileia. Fu proprio da lì, a quanto pare, che il morbo si sparse in quello che allora, da queste parti, si pensava essere "tutto il mondo". Il grande medico Galeno fu presente in loco e raccontò l'inizio di quell'antica tragedia, durata molti anni. L'imperatore Marco Aurelio la descrisse, con la sua caratteristica sensibilità, scrivendo a se stesso parole che oggi non ci sembrano strane: "Devi pensare continuamente quanti medici sono già morti; medici che avevano spesso aggrottato le ciglia presso gli ammalati, quanti indovini che credevano di dire cose molto importanti quando segnalavano, prima del tempo, la morte degli altri". Insomma, non soltanto la sofferenza di questo tempo invita tutta l'umanità a sentirsi unita in una nuova fraternità universale, ma dilata tale orizzonte non soltanto oltre i confini dello spazio ma anche oltre quelli del tempo. E così si scopre che in un passato lontano quasi duemila anni, Aquileia, sì la nostra Aquileia - grande centro culturale e militare - fu una delle tante Wuhan dell'antichità.
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