domenica 10 maggio 2020
Silvia è libera, una grande notizia!
Silvia Romano è libera. Questa è la notizia che ieri sera ha riempito di gioia familiari, parenti, amici e quasi tutti gli italiani, per una volta distolti dalle preoccupazioni del periodo per inneggiare al ritorno. Silvia era in Africa per condividere la sua vita con quella di altre persone, in un contesto completamente diverso da quello nel quale era abituata a vivere. Come tanti altri suoi coetanei si era avvicinata al mondo della cooperazione internazionale, in Italia coordinata da alcune federazioni che riuniscono qualche centinaia di piccole e grandi Organizzazioni Non Governative. L'ispirazione viene da quei "mondi" improntati all'internazionalismo, cioè a una visione non egocentrata e autarchica della realtà, una parte di quello cristiano (nelle sue diverse confessioni) e una parte di quello della sinistra sociale. Se l'espressione non fosse inaccettabile per chi ritiene che "tutto il mondo è paese" e che "ogni uomo è mio fratello", si potrebbe dire che questo enorme esercito di pace - costituito dai volontari e dai professionisti che operano con enorme competenza e sensibilità "là dove la terra brucia" - veramente aiuta le persone "a casa loro". Non a caso che si riempie la bocca di questo slogan non fa proprio nulla, contestando chi accoglie i profughi da guerre e fame e riducendo al massimo le risorse per la cooperazione e il partenariato internazionale. Migliaia di europei percorrono invece le strade più impervie del Pianeta per vivere esperienze di solidarietà e amicizia fra popoli. Può ben capitare che qualcuno incappi in situazioni delicate e possa perdere la libertà e a volte la vita. Non si tratta di eroismo, ma di semplice consapevolezza della propria umanità e della fraternità che tutti unisce. Per questo il ritorno di Silvia Romano non deve essere visto come il rientro del vincitore da una battaglia, ma come il risveglio della coscienza di tutto ciò che ognuno di noi è: parte di una fragile umanità nella quale l'unica percezione che ha un senso è quella che conduce alla condivisione e alla solidarietà. Neppure una parola merita chi in questo momento non riesce a rallegrarsi per la liberazione di Silvia. Una parola di ringraziamento va a tutti coloro che si sono adoperati per realizzare questo obiettivo, a chi ha tenuto desta la memoria e anche - bisogna onestamente riconoscerlo anche da parte di chi non è sempre tenero con l'esecutivo attuale - al Governo Conte che ha perseguito, con i servizi segreti, la realizzazione del sogno. Insieme alla stragrande maggioranza delle persone che hanno seguito con apprensione la vicenda, ci uniamo a questo momento di collettiva felicità nel gridare: SILVIA E' LIBERA!
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