lunedì 21 aprile 2025

Grazie Francesco!

 

Nella luce sfolgorante della Pasqua appena celebrata, la notizia tanto temuta quanto purtroppo da tempo attesa. 

Dopo Francesco, nulla sarà come prima.

Il "buon giorno" si è sentito fin dalle prime parole del nuovo Papa, quando ha salutato nel modo più quotidiano la folla che attendeva la sua uscita sul balcone di San Pietro, subito dopo l'elezione.

Dal punto di vista umano, è stato un vescovo di Roma profondamente inserito nelle dinamiche del mondo attuale, con scelte dirompenti proprio a causa della loro normalità. Un papa che viaggia con l'utilitaria, che porta la sua valigetta salendo le scale per entrare nell'aereo, che telefona ai genitori affranti per la morte di una figlio, che abbraccia i personaggi più lontani dalla Chiesa... Tante sono le immagini che si rincorrono pensando a questa decina di anni di assai originale e avvincente pontificato.

E' molto importante tuttavia cogliere l'importanza dei segni "personali". Non c'è più il "pontifex" dal sapore imperiale, nemmeno il "vicario di Cristo" o il "santo padre". C'è un uomo che con la sua debolezza e fragilità guida l'organismo di una Chiesa che non pretende più di essere l'unica depositaria della Verità. C'è un costruttore di pace, instancabile nel contestare la guerra, la produzione e il commercio delle armi, come pure l'egoismo dei ricchi che non accolgono e respingono coloro che bussano alle porte dei Paesi dell'opulenza, cercando rifugio, pane e speranza di futuro. C'è un teologo che rilegge il Vangelo nelle dinamiche dello spazio e del tempo, con accenti nuovi che privilegiano la verità della relazione con l'altro piuttosto che quella del dogma. C'è una persona in dialogo con tutti, che riconosce il pluralismo religioso come un grande valore e contempla in esso il disegno di un Dio che appartiene a ciascuno ma non può essere strumentalizzato da nessuno.

Con il suo esempio Francesco ha permesso di intravvedere una nuova Chiesa, riscoprendo le fondamenta antiche dei primi secoli piuttosto che i fasti di potere che l'hanno caratterizzata da Costantino in poi. Entrano in discussione dogmi consolidati, dall'infallibilità del papa all'unicità della salvezza in Cristo, dal senso e forma del ruolo sacramentale del ministero ordinato alla valorizzazione della libertà di coscienza, dall'autorevolezza dell'interpretazione magisteriale della Scrittura alla partecipazione di ogni essere umano alla realizzazione di una Chiesa non più settaria, ma confederata con le altre confessioni e religioni per la comune costruzione della nuova civiltà dell'amore.

Non può mancare ora una riflessione sul prossimo futuro. Che cosa accadrà? Chi sarà il nuovo Papa? Continuerà sulla via di una Riforma che per ora si è manifestata soltanto nella buona volontà e nella chiara intenzione di Francesco? I fermenti di contrarietà che si sono moltiplicati in questi ultimi anni - soprattutto negli ambienti tradizionalisti, ma anche in quelli progressisti che si sarebbero attesi svolte operative più concrete - esploderanno dentro il conclave? Vincerà la linea "bergogliana", sicuramente numericamente maggioritaria? In questo caso, l'eletto, oltre che seguire le orme del predecessore, convocherà l'attesissimo nuovo Concilio per dare alle intuizioni intravviste forma e normativa definitive? Oppure ci si deve aspettare un movimento di riflusso, magari giustificato dalla necessità di evitare un inevitabile scisma? O ancora, si vorrà prendere tempo scegliendo la classica figura di "transizione"?.

E' in ogni caso un'eredità complessa e delicata, soprattutto tenendo conto dell'urgenza di tempi nei quali si fanno sempre più numerosi i sinistri segnali della minaccia della guerra e dell'involuzione dell'umanità in una società senza diritti, alla mercé del più forte di turno. 

Quella di Francesco è stata in questo periodo senz'altro una delle poche voci autorevoli capaci di richiamare la necessità della pace, del disarmo e della fraternità universale. Il Mondo si risveglia da questa Pasqua con un senso di ulteriore smarrimento, di incertezza e di paura. Ma forse, il modo migliore per ricordare papa Jorge Mario Bergoglio è quello di assumere la sua proposta giubilare di speranza: non il facile ottimismo dell'incoscienza, ma l'intenso impegno, una vita spesa a contrastare l'odio con l'amore, la vendetta con il perdono, il male con il bene. 

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