martedì 20 maggio 2025

Quando una luce di pace?

 

Sembra proprio che l'umanità sia finita dentro un tunnel e, pur vedendo la luce, non riesca a venirne fuori.

Quello che sta succedendo a Gaza è assolutamente inaccettabile e ingiustificabile. No, non si dica che la causa è Hamas o che non si condannino sufficientemente gli attentati del 7 ottobre 2023. No, perché ciò che sta accadendo è totalmente sproporzionato e la sofferenza di migliaia di persone, soprattutto di tantissimi bambini, è uno scandalo che sconvolge lo stesso concetto di essere "umani". No, perché quasi tutti coloro che non possono accettare il genocidio in atto, hanno senz'altro deplorato la violenza che ha portato alla morte tanti giovani innocenti.

Ma come si può accettare il massacro in corso? Cosa si può fare per fermarlo? E' terribile l'impotenza della Comunità Internazionale, non nuova peraltro, ma tragicamente coerente con il sostegno dato a Israele anche di fronte alla distruzione dei villaggi palestinesi, agli insediamenti dei coloni e a ogni forma di persecuzione attuata non da oggi o da ieri, ma da almeno ottanta anni. 

L'altro fronte assurdo è quello dell'Ucraina, dove gli sforzi (?) di pace sembrano voler portare a una soluzione già prospettata ancora prima dell'inizio di questa guerra. Se così fosse, centinaia di migliaia di giovani sarebbero stati sacrificati assolutamente per nulla. Interessante è stata la proposta di negoziare la pace in Vaticano. Certo, sarebbe un bel segnale, anche se bisognerebbe vedere quali prezzi diplomatici dovrebbero poi essere pagati a Trump e agli altri pretendenti padroni del mondo.

Senza volergli dettare l'agenda, forse sarebbe meglio che il nuovo Papa Leone trasformi le parole in azione. Un suo viaggio - o almeno tentativo - a Gaza potrebbe veramente contribuire a rimescolare le carte e a fermare il genocidio. E un suo intervento presso i vescovi e il popolo cattolico di Ucraina potrebbe certamente aiutare a cercare delle soluzioni che vadano oltre al livello prettamente diplomatico. Il suo predecessore sembrava aver intuito che le parole ormai non bastano più, che occorrono i gesti eclatanti. E cosa più sconvolgente di un Papa che si macchia la veste bianca tra le macerie di Gaza?

Anche Nova Gorica e Gorizia, se vogliono davvero essere anche capitale europea della pace, devono darsi una mossa e proporsi come ideale luogo di trattative nel cuore stesso dell'Europa. Dicono di averlo già fatto, ma perché non ripetere la proposta - da parte dei sindaci Turel e Ziberna - di invitare i negoziatori proprio nella Capitale europea della Cultura?

Oppure anche ad Aquileia, crocevia tra nord e sud, este e ovest, pianure sarmatiche e Mediterraneo?

giovedì 15 maggio 2025

IO ANDRO' A VOTARE E VOTERO' SI'

Sì. 

Io voterò con convinzione SI' ai cinque quesiti del referendum che si terrà in Italia l'8 e il 9 giugno. 

Mi sembra giusto sostenere leggi che garantiscano il lavoro, scongiurino i facili licenziamenti, custodiscano il diritto alla sicurezza.

Mi sembra molto giusto che si dimezzino gli anni necessari per l'ottenimento della cittadinanza.

Voterò SI' perché ogni quesito è in linea con le mie idee, la mia concezione della vita, la mia posizione politica.

Detto questo, darei un consiglio d'amico, per far arrabbiare anche i miei compagni di strada.

Concentriamoci in ogni modo possibile sull'invito a votare SI', offrendo tutti gli strumenti necessari per una conoscenza approfondita dei temi e delle conseguenze dell'accettazione o del rifiuto dei quesiti referendari.

Ma non cadiamo nella trappola di identificare l'astensionismo con la mancanza di democrazia. 

Tale accusa, rivolta a chi fa propaganda per il non voto, favorisce proprio ciò che non si vorrebbe: dal punto di vista strategico, i già convinti non hanno bisogno di essere convinti, gli astensionisti apriori ovviamente resterebbero fedeli alla loro idea e gli incerti, infastiditi dall'insistenza sull'andare a votare, probabilmente deciderebbero di non andarci.

Dal punto di vista legislativo, quello del voto referendario non è mai stato un obbligo costituzionale o morale, a differenza di ciò che concerne le elezioni politiche e amministrative. Il "non voto" è di fatto considerato una scelta possibile e democratica quanto votare SI' o no, quella cioè di cassare una proposta referendaria attraverso il non raggiungimento del quorum (che esiste proprio per questo).

Dal punto di vista morale, attenzione a dare lezioni: in ogni referendum c'è stata una posizione astensionista, sostenuta dalla destra o dalla sinistra o dal mondo cattolico, a seconda del quesito referendario. Per esempio, perfino la Conferenza Episcopale Italiana "obbligò" ufficialmente i fedeli cristiani a non andare a votare, in occasione dei referendum relativi alla procreazione assistita! In altre parole tutti - anche Levica in occasione del referendum in Slovenia della scorsa domenica - hanno usato l'astensione come strategia e proposta politica in occasione dei referendum.

Procediamo dunque con decisione e creatività nell'invitare gli elettori a votare SI', ma lasciamo perdere il rilascio di patenti di democrazia. Queste potranno essere revocate a un numero sempre maggiore di cittadine e cittadini, ma per ben altri motivi rispetto all'invito a non partecipare a questo specifico voto.

domenica 11 maggio 2025

Gorici, le/la capitale europea della Pace? Sì, ma come?

 

Mettete dei fiori nei vostri cannoni! Cantavano i Giganti nei gloriosi anni '60. 

Ma come rendere concreta la parola "pace"? Come far sì che "la pace sia con voi" non sia molto più che un saluto all'inizio di una celebrazione?

E' difficile dare risposta a queste domande, ma una realtà concreta da proporre c'è, eccome!

Nova Gorica con Gorizia capitale europea della Cultura. Lo si è detto molte volte, ma dal punto di vista pratico, al di là di qualche pur importante marcia e di un assai interessante convegno, non si è ancora manifestato tutto il potenziale di pace insito nella scelta di nominare punto di riferimento per l'intera Europa una terra straordinaria. Dove la diversità è stata osteggiata e vilipesa, dove è scorso tanto sangue a causa del nazionalismo e del razzismo, ora si vuole porre uno strabiliante segno di come invece essere insieme, uniti nella valorizzazione delle differenza, sia la condizione per generare cultura, arte, accoglienza, autentica umanità.

Ma occorre un ulteriore salto di qualità. Questa/e città senza più barriere deve diventare il luogo in cui decine di migliaia di persone, soprattutto giovani, vengono da ogni parte per gridare il loro no alla guerra, al genocidio di Gaza e a tutti i genocidi, all'assurdo riarmo che sembra una priorità di un'Unione in crisi... Deve diventare il posto ideale per avviare le trattative tra rappresentanti di  popoli in guerra. I sindaci, il gect, GO2025 possono invitare le delegazioni di Ucraina e di Russia, dare la cittadinanza onoraria ai Palestinesi senza Patria, porre grandi segni politici capaci di far saltare sulle sedie i padroni del vapore?

E' da cogliere questa incredibile occasione. Gorici (=le due Gorizia) capitali europee e mondiali della pace. Sono solo parole o ci si può muovere davvero in questo senso? Ma non solo con incontri e convegni per gli addetti ai lavori, ma con un grande investimento per aiutare ogni cittadina e cittadino a essere pienamente consapevole della responsabilità che lo investe, di essere, nel suo piccolo, enorme costruttore di pace nel mondo. 

Basta con le parole, è ora di diventare operativi. Ben vengano concerti e conferenze, ci siano manifestazioni di ogni tipo, con un immenso grazie a chi organizza e promuove. Ma per costruire la dvojna (doppia) città della pace occorre un ulteriore soprassalto di creatività, di idee e di impegno.

giovedì 8 maggio 2025

La pace sia con voi! Da Pietro a Leone XIV

 

Mai come in questa occasione, l'attenzione dei media è stata centrata sul Conclave, evento molto emozionante nella sue essenza tradizionale. 

Pietro è stato la prima guida della chiesa di Roma, fino al martirio, subito nel Circo Vaticano. Il cattolicesimo ha riconosciuto nelle parole attribuite a Gesù nei vangeli, il mandato affidato all'apostolo di essere "pastore" dell'intera comunità ecclesiale.

E' stato sepolto in tutta fretta con la più semplice delle sepolture possibili, la tomba alla cappuccina, quella dei più poveri dei poveri. Il luogo è stato venerato nei primi tre secoli, poi incorporato in uno scrigno di marmo nero voluto da Costantino che ha fatto erigere la prima basilica vaticana. E' stata riaperta dagli studiosi solo nel 1943, dopo lo sblocco degli studi scientifici relativi alle origini cristiane, uno dei casi archeologici più interessanti del XX secolo.

E' impressionante pensare al contrasto tra la semplicità dei primi passi, il coraggio della comunità romana perseguitata nei primi suoi momenti e l'immensa trionfante, sovrastante cupola di Michelangelo e del tempio rinascimentale. Così come è suggestivo immaginare la differenza tra quel primo momento di sofferenza, persecuzione e forza interiore costituito dalla crocifissione di Pietro e il sistema di potere che oggi caratterizza l'elezione del suo successore, accompagnato dalle bande militari e dagli onori riservati a un Capo di Stato.

Ecco, tutto ciò per introdurre la figura e il nome del successore del primo papa Pietro e dell'ultimo Francesco. E' Robert Francis Prevost che ha preso il nome di Leone XIV. Un papa agostiniano. E' uno statunitense che ha preso un nome molto impegnativo. Leone I Magno fermò Attila sul Mincio, all'inizio del cristianesimo imperiale, Leone X fu uno dei più controversi papi del potere rinascimentale, Leone XIII fu il papa della Rerum Novarum, ma anche dalla condanna del modernismo. Nel suo abito, per la presentazione al popolo, è ritornato alla tradizione pre-papafrancescana, con la stola portante i segni pontificali. Le sue parole iniziali sono state molto belle: la pace sia con voi! Dio ci vuole bene, il male non prevarrà. Sembra una persona molto seria, forse non avrà il carisma immediato del predecessore, ma certamente potrà portare un contributo di forte pensiero all'interno di una Chiesa "che costruisce ponti ed è aperta al dialogo". Un discorso sicuramente più da guida sicura che cerca l'unità della Chiesa  che da sperimentatore di nuove strade di collegamento con le altre confessioni cristiane, con le religioni e con il mondo contemporaneo. Forte discontinuità con Francesco, in questa prima immagine... 

Sarà un costruttore di unità a scapito della forza di Riforma oppure sarà un grande Riformatore, rischiando se necessario anche uno scisma? Sarà in rotta di collisione con il nuovo Attila Trump, il potere statunitense e i potenti della Terra oppure sarà un elemento di compromesso, nella speranza di una pacificazione. 

Alle prossime ore ulteriori commenti e interpretazioni.

domenica 4 maggio 2025

Le innumerevoli risorse di Kostanjevica

 

In tempi complessi, c'è bisogno di alimentare la mente e il cuore con iniezioni di bellezza, tanto più nell'anno della Capitale europea della Cultura. Per chi vive a Gorizia e Nova Gorica, c'è una miniera sempre aperta, dove poter scoprire nel corso di ogni visita qualcosa di nuovo. Ma c'è anche una guida impareggiabile, Mirjam Brecelj che conosce tutti i segreti del luogo e ogni volta aiuta a scoprire ciò che in precedenza era rimasto nascosto.

Il consiglio, in questi primi giorni di maggio, è quello di andare a Kostanjevica, anche per gustare la simpatica e intelligente accoglienza dei padri francescani. E' aperto il magnifico roseto con le rose Bourbon. Il loro nome non deriva,come molti pensano, dalla particolare predilezione di mostrata dall'ultimo re di Francia borbone per il santuario, ma da un'isola sperduta, oggi chiamata Reunion, tuttora dipartimento francese nell'Oceano indiano. 

La diversità di colori e di profumi non può essere descritta, non si può fare altro che entrare nel giardino e lasciarsi cullare, contemplando dall'alto la bellezza della città vecchia, abbarbicata intorno al castello. 

Ma Kostanjevica, il colle delle castagne che peraltro non ci sono più, non è soltanto esplosione primaverile della natura. C'è un'assai interessante e ben custodita biblioteca che conserva decine di incunaboli, testi in molte lingue, libri liturgici, filosofici e storici. Tra essi c'è la grammatica slovena di Adam Bohorič, stampata nel 1584, con una dedica manoscritta dello stesso autore. Già di per sé testo stampato raro e quasi introvabile, l'autografo ne sottolinea l'eccezionale importanza per quanto riguarda la storia della lingua e della letteratura slovena.

Naturalmente il santuario, conosciuto a Gorizia con il nome di Kapela, sorto sulla memoria di presunte apparizioni e fenomeni soprannaturali verificatisi oltre quattrocento anni fa, è celebre a livello europeo perché ospita la tomba di Carlo X, morto a Gorizia, nel palazzo Coronini, nel 1836, dopo essere stato costretto a un avventuroso esilio. accanto al suo massiccio sarcofago, ce ne sono altri che custodiscono i corpi di familiari e collaboratori dell'ultimo re della dinastia dei Borboni.

I campi che circondano santuario e chiesa sono molto ben coltivati dagli ospiti della Comunità Incontro. Lo sguardo si spinge oltre e raggiunge la foresta dello stupendo parco di Villa Rafut, un polmone verde appena risistemato e inaugurato che ha come suo centro focale la casa in fogge orientali costruita su disegno del grande architetto sloveno goriziano, anzi sanroccaro Anton Laščak. Il destino gli ha impedito di godere dell'edificio realizzato per trascorrere in serenità, in mezzo alla natura, gli ultimi anni della sua vita. Ma la sua opera, come tante altre diffuse da Alessandria d'Egitto fino a Istanbul, resta una perenne testimonianza e memoria.

Buona parte del complesso è stata distrutta dalle bombe nel corso della prima guerra mondiale. Rimangono intatte le molto suggestive cantine e qualche parte della chiesa, ristrutturata e resa di nuovo bella grazie alla ricostruzione postbellica.

Perché sottolineare solo all'ultimo posto la stupenda chiesa, vero cuore pulsante del santuario? Perché è lì che nell'ultima visita, sempre grazie alla guida di Mirjam, ho scoperto un nuovo aspetto, sfuggito nelle tante visite precedenti. Sono splendidi gli stucchi, sotto il coro, belli gli affreschi sopravvissuti nel presbiterio, dolce la Madre di Dio che sorride con il bimbo da un medaglione sopra l'altare, "salus populi goritiensis" si potrebbe definirla. 

Ma chi poteva immaginare la presenza di un'opera di quell'assoluto genio architettonico e artistico che è stato Jože Plečnik? Oltre ad aver contribuito in modo determinante alla ricostruzione di Lubiana dopo il terremoto del 1895, ha lasciato innumerevoli segni della sua presenza in tante capitali europee. Sono da visitare tante sue chiese, nella capitale slovena ma anche in tanti luoghi più o meno conosciuti, come per esempio a Ponivke, sull'affascinante altopiano della Šentviska gora. Ma chi si poteva aspettare un moderno battistero attribuito a Plečnik nei pressi dell'altare della chiesa dedicata a Maria in Kostanjevica? E'una bellissima opera, dorata e argentata, che da una parte richiama le parole inconfondibili del battesimo di Gesù "in acqua e fuoco", dall'altra, rappresentando i simboli delle costellazioni, collega la celebrazione cristiana del battesimo alla solennità dell'inizio di una nuova vita. E' un'avvincente e convincente testimonianza dell'inchino al mistero dell'essere, portato da un punto di cista religioso, ma soprattutto artistico, laico e umano. Veramente da non perdere!