Sembra proprio che l'umanità sia finita dentro un tunnel e, pur vedendo la luce, non riesca a venirne fuori.
Quello che sta succedendo a Gaza è assolutamente inaccettabile e ingiustificabile. No, non si dica che la causa è Hamas o che non si condannino sufficientemente gli attentati del 7 ottobre 2023. No, perché ciò che sta accadendo è totalmente sproporzionato e la sofferenza di migliaia di persone, soprattutto di tantissimi bambini, è uno scandalo che sconvolge lo stesso concetto di essere "umani". No, perché quasi tutti coloro che non possono accettare il genocidio in atto, hanno senz'altro deplorato la violenza che ha portato alla morte tanti giovani innocenti.
Ma come si può accettare il massacro in corso? Cosa si può fare per fermarlo? E' terribile l'impotenza della Comunità Internazionale, non nuova peraltro, ma tragicamente coerente con il sostegno dato a Israele anche di fronte alla distruzione dei villaggi palestinesi, agli insediamenti dei coloni e a ogni forma di persecuzione attuata non da oggi o da ieri, ma da almeno ottanta anni.
L'altro fronte assurdo è quello dell'Ucraina, dove gli sforzi (?) di pace sembrano voler portare a una soluzione già prospettata ancora prima dell'inizio di questa guerra. Se così fosse, centinaia di migliaia di giovani sarebbero stati sacrificati assolutamente per nulla. Interessante è stata la proposta di negoziare la pace in Vaticano. Certo, sarebbe un bel segnale, anche se bisognerebbe vedere quali prezzi diplomatici dovrebbero poi essere pagati a Trump e agli altri pretendenti padroni del mondo.
Senza volergli dettare l'agenda, forse sarebbe meglio che il nuovo Papa Leone trasformi le parole in azione. Un suo viaggio - o almeno tentativo - a Gaza potrebbe veramente contribuire a rimescolare le carte e a fermare il genocidio. E un suo intervento presso i vescovi e il popolo cattolico di Ucraina potrebbe certamente aiutare a cercare delle soluzioni che vadano oltre al livello prettamente diplomatico. Il suo predecessore sembrava aver intuito che le parole ormai non bastano più, che occorrono i gesti eclatanti. E cosa più sconvolgente di un Papa che si macchia la veste bianca tra le macerie di Gaza?
Anche Nova Gorica e Gorizia, se vogliono davvero essere anche capitale europea della pace, devono darsi una mossa e proporsi come ideale luogo di trattative nel cuore stesso dell'Europa. Dicono di averlo già fatto, ma perché non ripetere la proposta - da parte dei sindaci Turel e Ziberna - di invitare i negoziatori proprio nella Capitale europea della Cultura?
Oppure anche ad Aquileia, crocevia tra nord e sud, este e ovest, pianure sarmatiche e Mediterraneo?