sabato 3 febbraio 2024

Julius Kugy, a 80 anni dalla morte

Il 5 febbraio 1944, esattamente 80 anni fa, moriva Julius Kugy.

Era nato a Gorizia il 19 luglio 1858, nella casa dei conti Coronini, ma è vissuto sempre a Trieste, fino alla morte.

Ha dedicato la sua vita alla bellezza.

Ha iniziato da giovane, percorrendo in lungo e in largo il Carso, alla ricerca di qualche fiore o qualche pianta rara. Vedendo stagliarsi lontano le vette delle Alpi Giulie, fu letteralmente trascinato verso l'alto, raggiungendo per primo alcune cime, aprendo nuove vie e svelando molti segreti delle più straordinarie montagne. Non era mai solo. Si è circondato di alcune figure leggendarie di guide alpine, con il quale ha intessuto relazioni di stretta collaborazione, ma anche di sobria e profonda amicizia. Indimenticabili sono i ritratti di Andrej Komac, il silenzioso e affettuoso compagno delle più importanti ascensioni nel grippo del Triglav, di Anton Oitzinger, il vivace "re" di Valbruna, come pure delle guide valdostane. Affascinato dalla val Trenta, l'ha frequentata assiduamente, fino agli ultimi anni della sua vita, quando si sedeva proprio nel punto nel quale si erge ora la statua in sua memoria, contemplando il Veliki Ozebnik e l'inconfondibile Jalovec. Ha conosciuto nel profondo la gente della montagna che lo ha guidato anche nella ricerca del fiore mitologico, la Scabiosa Trenta, tra gli anfratti delle rocce scavate dai torrenti o sulle pericolose cenge affacciate sul vuoto che un tempo erano state le strade maestre di Zlatorog, il camoscio dalle corna d'oro, custode del regno fatato delle Rojenice, sotto la cuspide del divino Triglav.

Kugy era anche un ottimo musicista. Suonava regolarmente l'organo della chiesa evangelica luterana di Trieste ed era appassionato delle sonate di Bach, quanto delle "prime" sullo Jof di Montasio. La musica accompagnava la contemplazione della Natura e l'immersione tra i panorami alpini rafforzava la sua competenza musicale. Apprezzato da chiunque lo avesse incontrato, con l'amico Albert Bois de Chesne aveva collaborato all'apertura del meraviglioso giardino botanico "Alpinetum Juliana" presso la chiesa di Trenta, dove si possono trovare tutti i fiori presenti in quello che oggi è il più importante parco nazionale della Slovenia. Lì aveva conosciuto il parroco Josip Abram, talmente amato dai suoi parrocchiani da aver ottenuto da essi il soprannome di "Trentar". Kugy lo aveva definito "l'uomo più buono che avesse mai incontrato". Abram era un fine intellettuale, traduttore dall'ucraino allo sloveno, amico del grande pittore Tone Kralj, al quale aveva commissionato le pitture parietali di Trenta e si Soča, più tardi di Pevma, dove era stato trasferito al termine dell'esperienza montana.

Oltre a tutto ciò, Julius Kugy è ricordato perché non ha tenuto nascoste le sue passioni, ma le ha raccontate mirabilmente nei suoi libri. I tre principali sono La mia vita nel lavoro, per la musica, sui monti , Dalla vita di un alpinista e Le Alpi Giulie attraverso le immagini, pubblicati per la prima volta nella straordinaria traduzione italiana del grande Ervino Pocar, da Tamari Editori Bologna alla fine degli anni '60. Ciò che è stato per tutti Salgari, con i suoi libri di avventura che hanno spalancato a un paio di generazioni le porte dei mondi sconosciuti dell'estremo Oriente, è stato Julius Kugy per i ragazzi e i giovani amanti della Montagna. Con le sue parole ha preso per mano i curiosi e li ha convinti a salire i più impervi sentieri e ha aiutato a sognare coloro che per un motivo o per l'altro, non hanno potuto intraprendere la via delle limpide catene montuose. Ha unito avventura e spiritualità, ha celebrato con convinzione, nella fatica del salire come nella capacità di ascoltare e contemplare, l'autentica gioia della Vita. Non si può che ricordarlo con un immenso Grazie!

1 commento:

  1. Grazie per questo articolo, un piccolo pensiero per un grande uomo

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