So che l’argomento è delicato e mi assumo ogni
responsabilità personale su ciò che scrivo.
Se ogni significante rimanda a un significato, ogni segno
linguistico ha una certa importanza, in quanto esprime una determinata
concezione della vita e della storia.
Ciò vale anche per la toponomastica e per le lapidi o i
monumenti che caratterizzano il panorama cittadino. Per fortuna nessuno la
nota, ma cosa potrebbe pensare un visitatore che si trova davanti alla lapide
riprodotta nella foto?
A parte il contenuto che nel complesso potrebbe sembrare
ridicolo, se non fosse riferito a una vicenda che ha provocato centinaia di
migliaia di morti, che dire del termine “servaggio”? E’ possibile violentare la
storia fino a questo punto?
E’ un linguaggio che ben si coniuga con il ventennio
fascista che ha fatto del razzismo, del nazionalismo e della guerra le proprie
funeste barriere. Tuttavia non può essere accettato in un contesto nel quale si
vorrebbe trasformare Nova Gorica con Gorizia in una vera capitale europea della
giustizia, della libertà, dell’accoglienza e della pace.
Non si tratta di voler cancellare la memoria, ma bisognerebbe lasciare a una commissione di storici il compito di stabilire che cosa lasciare e che cosa no. Uno è infatti il ricordo dei fatti del passato, altro è presentare come irriformabile un’unica loro interpretazione. Non si tratta affatto di damnatio memoriae, nessuno chiede di togliere lapidi storiche come per esempio quella all'esterno del Duomo di Gorizia, dove si fa riferimento all'iniziativa di Mussolini per la ricostruzione postbellica di quell'"insigne testimonianza dell'arte italica" (c'è scritto proprio così!).
Si tratta invece di confinare nei meandri del tempo ciò che testimonia l'odio tra i popoli e ciò che ha provocato tanto dolore e tanta umana sofferenza. Preoccupante è in questo senso l’imbarazzo dimostrato nell’ovvia attuazione
della richiesta di cancellazione della cittadinanza onoraria al dittatore Mussolini che ha trascinato la Nazione nella catastrofe delle leggi razziste e della seconda guerra mondiale. Ciò dimostra quanto in realtà i simboli abbiano ancora una loro forza di coesione,
anche quando riferiti a una stagione politica solo teoricamente conclusa 80
anni fa, ma in realtà ancora ben viva nella mente di tante persone.
Togliamo quindi memorie guerrafondaie, anacronistiche e
violente come quelle testimoniate nella lapide che inneggia al IX agosto, togliamo dall’albo dei
cittadini onorari Benito Mussolini. Mettiamo il tutto negli archivi della
storia e nei depositi del Comune, sostituiamo queste scritte offensive con
altre, che inneggino alla concordia tra i popoli e alla reciproca integrazione
tra le lingue e le culture.
Si tratta di costruire una nuova storia, lasciando alle guerre del passato e del presente soltanto il compito di ricordare l’assurdità di ogni forma di violenza, l’inutilità delle armi come strumento per risolvere i conflitti e la mesta memoria di intere generazioni spazzate via da scelte politiche e da posizioni strategiche che hanno trasformato l’Europa e tante altre parti del mondo in un immenso mattatoio di carne umana.
Condivido queste idee, cosa aspettiamo a farci sentire ed eliminare tutti i riferimenti guerreschi dalla nostra toponomastica!
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