lunedì 28 agosto 2023

Casa Rossa, profughi sotto il diluvio

 

Premessa indispensabile. Sul tema delle migrazioni la si può pensare in tanti e diversi modi e questo blog è sempre stato e continuerà a essere schierato. Ma in questo caso non c'entrano il parere personale o l'appartenenza politica, non si entra in merito alla validità o meno delle politiche dell'accoglienza, ma si vuole evidenziare l'assoluta necessità di rispondere a un preciso e praticissimo problema esistente. E' una questione che non è di destra o di sinistra, ma riguarda alcune centinaia di persone costrette a dormire all'addiaccio, come pure i cittadini che abitano nei pressi del confine.  

Da oltre un mese, ogni notte, decine di persone si assiepano nello stretto corridoio della Polizia di Frontiera, in attesa di presentare la propria richiesta d'asilo. Provengono da tante parti del mondo, hanno attraversato enormi disagi per arrivare fino a Gorizia, al confine della Casa Rossa e molti di loro dormono su una rudimentale coperta, qualcuno è riuscito anche a innalzare qualche semplice tenda. Chi va a "fare il pieno" li ha sicuramente notati, forse qualcuno ha anche portato qualcosa da mangiare, una pezza per ripararsi dall'umidità o semplicemente un imbarazzato saluto di benvenuto.

Finora era andata bene, se non fosse per il caldo umido e per le infinite zanzare. Ma questa mattina, sotto il diluvio mattutino, non hanno fatto neppure in tempo a trovare un povero riparo e si sono inzuppati completamente d'acqua gelida, una situazione a dir poco disastrosa per la salute già precaria di chi ha camminato per mesi, sfuggendo a ogni sorta di pericoli e minacce. No, non sono soli. Ci sono i volontari che in qualche modo riescono a portare molte gocce di solidarietà nell'Oceano del bisogno.

Ma le istituzioni cosa fanno? Per il momento niente, bofonchiano qualcosa in relazione alla difficoltà di rispondere all'"emergenza". Un'"emergenza" che dura da oltre dieci anni non è più tale, così come una situazione di sovraffollamento che da più di un mese viola i più elementari diritti della persona non può essere definita una sorpresa imprevedibile. Se non ci fossero i volontari, ogni notte nella stazione sud della città e negli angusti prati antistanti la Casa Rossa, ci troveremmo di fronte a un totale abbandono di esseri umani che - al di là di qualsiasi posizione politica o ideologica che ciascuno può avere - esercitano il loro diritto di chiedere di poter ospitati, affermando di fuggire a situazioni di guerra o di persecuzione.

Non capita spesso di criticare direttamente chi svolge il difficile compito di amministrare una città - si comprendono bene le difficoltà di rispondere in modo concreto e sostenibile ai problemi - ma in questo caso non si può evitare un'eccezione. Il sindaco Ziberna, che in campagna elettorale si è vantato di aver ricevuto in consegna una città "piena di profughi che abitavano nella Galleria Bombi" e di averla trasformata nella "capitale europea della Cultura", interpellato ieri sul tg5 smette il tono trionfalista pre elettorale e scarica la responsabilità sull'Europa, invocando niente meno che l'esercito europeo (ma c'è un esercito europeo?) a presidiare le coste del Mediterraneo e la Rotta Balcanica. Non è stato certo lui a "liberare" Galleria Bombi, anzi fu anche sua responsabilità averla "riempita". E non sarà certo lui a convincere l'"esercito europeo" o qualsiasi altra forza armata a entrare in guerra contro decine di migliaia di poveri inermi e indifesi, colpevoli di cercare soltanto un futuro migliore.

E' sua diretta responsabilità, invece, come sindaco di Gorizia, di preoccuparsi di centinaia di esseri umani che - piaccia o meno - stazionano nella sua città. Non si chiede molto, forse uno spazio confortevole per la prima accoglienza - una palestra, una parte di caserma riadattata ad hoc, un tetto sotto il quale ripararsi, una cucina da campo, la disponibilità di un medico per le prime cure, una visita rassicurante del primo cittadino, tutto qua o poco più. Invece per ora, niente di nuovo sul fronte orientale, solo parole al vento, se non addirittura accenti critici nei confronti di chi, spinto semplicemente dalla propria umanità, cerca con fatica e convinzione di esprimere gesti di autentica solidarietà e, per quanto possibile, di amicizia.

1 commento:

  1. Situazioni drammatiche come quella di Gorizia, sono la fotocopia di quelle di tante altre città italiane. Evidentemente non conta l'appartenenza politica del Sindaco se da nord a sud, la situazione accoglienza è apparentemente irrisolvibile.
    Io non so cosa occorra per rimediare a tanto dolore, so soltanto che la politica, non può o non vuole risolverla. Noi cittadini più che la solidarietà non possiamo dare, più che alzare la voce non possiamo fare. La politica è sorda, si fa sentire solo per chiedere consensi al momento opportuno. Patrizia

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