martedì 30 giugno 2020

Slovenia 2020: El pueblo unido hamas sera vencido!

Tanto tuonò che piovve. O meglio, cominciò a piovere. In Slovenija le manifestazioni contro la corruzione del Potere, in particolare in merito a uno dei consueti scandali sulla compravendita delle mascherine anticovid, sono iniziate nel pieno delle "serrande chiuse", con figure di piedi disseminate ovunque. Appena possibile, la contestazione si è trasformata in tintinnante processione di migliaia di biciclette, sostituite, dopo il lockdown, da una gran folla di camminatori. Il Governo ha cercato di reprimere la protesta, arrivando fino a vietare l'accesso alla Piazza della Repubblica, il luogo per eccellenza dello Stato sloveno e ordinando alla polizia in tenuta antisommossa di portare fuori con la forza delle braccia i manifestanti rei di proclamare, davanti al Parlamento, il dettato della Costituzione. Ma i cortei sono continuati, governati non dalle tradizionali forze politiche d'opposizione, ma orientato dalla declamazione delle poesie e dalla realizzazione delle più svariate performance artistiche. E poi una parte della stampa, in particolare Mladina, già in prima fila ai tempi delle rivendicazioni dell'indipendenza negli anni 1988-1991, ha denunciato in modo puntuale e documentato tutto ciò che si era svolto nell'ombra, sotto il cappello autoritario e repressivo del Governo Janša. Risultato: oggi si sono dimessi il ministro dell'interno e il capo della polizia, mentre il ministro dell'economia è finito sotto inchiesta. Insomma, si tratta di una vera e propria valanga che potrebbe ulteriormente ingrandirsi e arrivare a travolgere anche il livelli più alti del Potere. I capitoli successivi di questa vicenda sono ancora tutti da scrivere, nel frattempo si fa strada una certezza, quella che il popolo non è più passivo destinatario delle politiche elaborate da altri, ma torna protagonista, nel cuore dello Stato. Almeno, così sembra stia accadendo in Slovenija, oggi, 30 giugno 2020.

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